L’indipendenza del Giudice di pace è ancora più difficile di quella del giornalista, perché opera in un contesto nel quale tutti si conoscono. Come ricordato sopra, Zanolini ha ripercorso le tracce del padre Plinio, diventando Giudice di pace del Circolo della Navegna nel 1973. Un impegno assunto “per passione, non certo per gratificazione economica” e che tuttora gli regala grandi soddisfazioni, anche se la mole di lavoro non è indifferente, come testimoniano i fascicoli aperti sulla sua scrivania: in parte cause civili, in parte querele penali. Si va da casi di semplici ingiurie agli incidenti della circolazione fino a tutta una casistica di controversie che abbiano quale fondamento una somma di denaro. ll compito del magistrato del popolo è, per le querele penali che gli vengono trasmesse dal Ministero pubblico, quello di tentare una conciliazione per ottenere, in caso di successo, il ritiro della querela. Un obiettivo che Zanolini raggiunge quasi sempre, grazie alla sua imparzialità e alla sua lunga esperienza, apprezzate dalla popolazione. “L’indipendenza del Giudice di pace è ancora più difficile di quella del giornalista, perché opera in un contesto nel quale tutti si conoscono.” Quel che può sorprendere il lettore è forse il fatto che per ricoprire questa carica non è necessario aver studiato diritto. “È vero, e io non mi sono laureato perché a quei tempi non volevo pesare economicamente sulla mia famiglia; è però vero che il diritto ha sempre suscitato il mio interesse. Comunque, non ho mai avuto complessi per non essermi laureato: non è il titolo che fa l’uomo”. E i fatti lo dimostrano: Zanolini è stato eletto nel 1998 presidente dell’Associazione ticinese dei giusici di pace, e ha ricevuto, per meriti professionali, numerosi riconoscimenti, come la “Patata di peltro”, conferita ogni anno a Zurigo a una personalità distintasi nella promozione del dialogo fra le culture che compongono la Confederazione.