Fromm, ginseng e il generale

Signor Fromm, cosa pensa dei giornalisti? ‘Sie müssen weniger lügen, Punkt.’ Gli chiedo quali siano stati i momenti più significativi della sua attività giornalistica, le interviste da appendere (metaforicamente, visto che si parla di radio) al muro in bella vista oppure gli scoop più sensazionali di 30 anni di carriera spesi sul fronte della notizia. “Mah, credo che una delle gratificazioni più grandi sia stata quella di essere stato il primo dopo molti anni ad intervistare il grande filosofo Erich Fromm, che viveva qui a Muralto, ma che da una quindicina d’anni non si concedeva più alla stampa. L’ho intervistato per la radio, dopo avergli inviato le domande in anticipo su sua richiesta e ricordo che mi fece una bella impressione. Alla fine mi disse che potevo fargli una domanda extra di mio gradimento e allora gli chiesi: Signor Fromm, cosa pensa dei giornalisti? La sua risposta mi ha gelato: ‘Sie müssen weniger lügen, Punkt’ ‘Dovrebbero mentire meno, punto’! Sono rimasto impietrito con il microfono sotto il suo naso, senza parole. Potete immaginare che momento.”

Ma curiosamente – per una di quelle strane coincidenze che rendono così dolce e imprevedibile la vita – Erich Fromm doveva anche fornire l’occasione per un’altra esperienza indimenticabile, il viaggio in Corea intrapreso negli anni ’80. “Sono stato invitato alla festa degli 80 anni del filosofo, e seduto al mio tavolo c’era il direttore della Pharmaton, una ditta farmaceutica di Bioggio, che mi ha proposto di andare con loro in Corea per fare un reportage sull’uso terapeutico del ginseng. In Corea ho anche intervistato il generale svizzero Peter Niederberger, l’unico svizzero che aveva il grado di Generale allora, e che era a capo della forza svizzera incaricata di controllare il rispetto dell’armistizio firmato nel 1953 dopo la guerra di Corea, che stabiliva la divisione tra i due stati lungo il 38° parallelo.” Ma altri momenti hanno segnato la sua attività professionale, come l’intervista alla maestra Ida Bernasconi in occasione del suo 105esimo compleanno o l’aver seguito come cronista i grandi processi degli ultimi decenni, come quello del pedofilo Werner Ferrari, poi condannato all’ergastolo. E come dimenticare la sorpresa provata quando il consigliere federale Kurt Furgler, durante una visita in Ticino, lo salutò con un convinto “e allora signor Zanolini, come sta?”. “Ci eravamo già incontrati in precedenza, ma come facesse a ricordarsi il mio nome non me lo spiego …”.

Un momento dell’intervista al generale Peter Niederberger, durante il viaggio in Corea del 1984: “Uno dei momenti più significativi della mia carriera giornalistica”.